di Sebastiano Triulzi Repubblica 26.1.14
Un successo crescente arride a romanzi e serie televisive che celebrano il connubio tra psicoanalisi e criminologia, ma la loro integrazione ha radici più profonde. Questa è la convinzione di Rubén Gallo, docente alla Princeton University, che ha dedicato alla prima penetrazione – un po’ “selvaggia”, a suo dire, riecheggiando Bolaño – delle opere di Freud in Messico, un libro sorprendente come un giallo (Un Edipo stalinista,impreziosito dall’introduzione di Luciana Castellina). L’indagine ha origine dalla presenza di un testo di diritto penale messicano datato 1937 nella biblioteca di Freud, il cui autore, Raúl Carrancá, era un giurista avido di letture freudiane. Gallo svela che egli fu il primo ad utilizzare la psicoanalisi come arma contro il crimine con l’analisi psicolegale, ricevendo l’incoraggiamento dello stesso Freud. Soprattutto, applicò tale tecnica a Ramón Mercader – l’assassino di Trockij plagiato dall’amante della madre, spia di Stalin – tracciandone un profilo e una causa («un complesso di Edipo manifesto»), che la Storia ha poi confermato. Unexemplumdi come il Messico fu laboratorio d’una utopia radicale, l’unione tra marxisti illuminati e giudici freudiani.
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