giovedì 30 gennaio 2014

La guerra delle monete: analisi di scenari o Protocolli dei Savi di Pechino?

Intanto, è chiaro l'uso in chiave di Guerra Fredda culturale  che ne fa la recensione [SGA].

Hongbing Song: La guerre des monnaies. La Chine et le nouvel ordre mondial, Editions Le retour aux sources, pp. 446, euro 23

Risvolto

Voici enfin disponible en français le célèbre livre qui a fait bouger les lignes économiques officielles de l' Empire du Milieu. Vendu à plus de 2 millions d exemplaires en Chine, traduit en japonais, en coréen et en polonais, le best-seller chinois de Hongbing Song, « Currency Wars », déroule l'histoire de la grande cabale monétaire qui a façonné le monde depuis plus de deux cents ans, de la constitution de la dynastie des Rothschild à la fin du 18e siècle jusqu'à la crise de 2008. Livre de chevet des membres du Comité Central du Parti Communiste et des banquiers chinois, La Guerre des Monnaies a fait comprendre aux dirigeants de la future première économie mondiale qu'une guerre redoutable livrée dans les coulisses du pouvoir, suivant un axe Londres/Wall Street, tentait d'établir coûte que coûte un nouvel ordre mondial au profit d une oligarchie financière sans foi ni loi. En mars 2013, la Chine s'annonçait prête à riposter en cas de... guerre des monnaies !


Arriva in Francia «La guerre des monnaies», il Bignami della strategia monetaria del Celeste Impero Ha spiegato a 3 milioni di lettori come colonizzare economicamente l’umanità. A partire dall’oro... 

Il «libretto rosso» per prendere il mondo 

30 gen 2014  Libero SIMONE PALIAGA 


Un bestseller cinese. A scalare le classifiche del Celeste Impero non è il romanzo di un dissidente. E neppure un’inchiesta contro i soprusi del governo.  
Stiamo invece parlando di un volume che dalla sua pubblicazione nel 2007 ha suscitato notevole interesse nei dintorni di Pechino. Si parla di 2 milioni di copie che, vista la popolazione cinese, da noi sembrano poche. Ma, considerando che si è piazzato alle spalle del settimo capitolo della saga di Harry Potter, il suo peso tra i lettori cinesi è evidente. Ora questo libro è stato tradotto in francese e meriterebbe una versione italiana per comprendere come le classi dirigenti dell’Estremo Oriente pensano e ragionano. Si tratta di La guerre des monnaies. La Chine et le nouvel ordre mondial scritta da Hongbing Song ( Editions Le retour aux sources, pp. 446, euro 23). La guerra delle monete dunque è l’argomento che oggi sta a cuore all’erede attuale del Celeste Impero e costituisce l’architrave per la partita che dovrebbe assicurarle l’egemonia del XXI secolo. 
Ad accorgersi tra i primi di questo campo di battaglia è un giovane cinese che per quattordici anni, prima di rientrare in Asia, ha lavorato negli Usa presso gli alti livelli di Fannie Mae e Freddie Mac, le società che acquistavano mutui dalle banche e che sono all’origine della crisi dei subprime. Le public company dovevano farsi carico dei debiti insolvibili degli istituti di credito e assicurare il sistema economico americano per evitarne il crollo. Insieme alla Federal Reserve, che intanto inondava il mondo di biglietti verdi, avrebbero dovuto garantire la supremazia mondiale del dollaro. Hongbing Song, esperto dei meccanismi della finanza internazionale, ha così voluto allertare le autorità cinesi dell’operazione che avrebbe messo in pericolo la forza della Cina. I suoi avvertimenti sono stati subito accolto dai vertici del Comitato Centrale del Partito Comunista tanto che l’allora vicepresidente del Consiglio di Stato con delega agli affari economici avrebbe ordinato ai suoi funzionari di leggerlo per stabilire la strategia e far fronte a La guerra economica che avrebbe messo a repentaglio la scalata cinese. 

Passo dopo passo l’autore conduce il lettore nella storia economica dell’Occidente. Dalla nascita della Banca di Inghilterra nel XVIII secolo ai tentativi di privatizzare la Federal Reserve statunitense fino ad arrivare alla recente crisi. Non si tratta di una ricostruzione accademica perché si prefigge di «mettere a nudo i burattinai che tirano le fila dell’economia mondiale in modo da pronosticare la direzione da cui proverranno i futuri attacchi alla Cina e individuare le possibili contromisure».  
«Che la Cina diventi una potenza sullo scacchiere mondiale verso la metà del XXI secolo è prevedibile e tutti lo condividono. Ma questa considerazione non prende in esame» scrive Hongbing Song «gli ostacoli che si si sistemeranno lungo il suo cammino» per minarne la forza commerciale. Per fronteggiare la speculazione finanziaria che vorrebbe piegare la forza dello yuan (o renminbi, moneta del popolo) occorre sottrarsi il più possibile alle bizze dei mercati valutari. Per rendere stabile la propria forza commerciale e salvaguardare il potere d’acquisto della propria moneta la Cina, secondo l’autore, invece di stoccare le divise straniere dovrebbe accumulare oro. «Esso» scrive «rende sicuro il capitale del popolo. L’inflazione, frutto della speculazione, non può erodere il suo potere d’acquisto. L’oro è la pietra angolare indispensabile della libertà economica per la costruzione di una società armoniosa e equa. Aumentando le riserve auree il popolo può resistere a ogni ostacolo, lo yuan rimanere saldo sulle rovine finanziarie internazionali causate dall’indebitamento e dalla cupidigia eccessiva e la civiltà cinese conoscere la sua ora di gloria». E a distanza di sette anni dalla sua pubblicazione non sia può dire che non sia stato ascoltato. La Cina dal 2008 non ha cessato di ingigantire le sue riserve auree classificandosi così al quinto posto dietro Stati Uniti, Italia ma già davanti alla Svizzera.

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