sabato 15 febbraio 2014

Sul "dialogo socratico" con Casa Pound

Sono stato invitato a partecipare assieme a Diego Fusaro a un dibattito su Marx a Casa Pound. Ecco la mia risposta.

... Come forse sapete, ho tradotto e commentato Das Recht der juengen Voelker di Arthur Moeller van den Bruck. Sto per pubblicare un libro su Nietzsche dal radicalismo aristocratico alla rivoluzione conservatrice che traduce 4 saggi di Moeller su Nietzsche. Ho scritto su Juenger e il socialismo nazionale. Sto lavorando a un libro su Heidegger e la "rivoluzione" nazista. Ho frequenti contatti con Marco Tarchi, che ho difeso pubblicamente piu volte, attirandomi in passato la reazione di molti miei compagni idioti. Anche sul piano biografico, nel 1991 io e i miei compagni occupammo la facoltà di lettere dell'università di messina assieme a un gruppo di filiazione ordinovista -  assumendocene i rischi e mettendo in conto che ci saremmo presto scannati, come puntualmente avvenne -, perche' altrimenti nessuno ne avrebbe avuto la forza. Inoltre sono allievo di Domenico Losurdo, che più volte ha parlato insieme a Ernst Nolte, ha difeso Garaudy, ha criticato tutte le proposte di legge contro il cosiddetto negazionismo.

Insomma non mi scandalizza affatto parlare con i fascisti.
E però conosco molto bene la storia di questi confronti e di tutti i tentativi di elaborare una "terza posizione" andando oltre destra e sinistra. Proprio la rivoluzione conservatrice weimariana, che e' tra i miei principali oggetti di studio, ne è il prototipo.
Non si tratta certo da parte vostra di appropriarsi di Marx, che sarebbe ridicolo e impossibile. E però non si tratta nemmeno di un normale dibattito, dal quale potrebbe emergere un avanzamento della conoscenza.
Non bisogna nascondersi dietro un dito: è invece un'operazione egemonica condotta da un movimento politico che fa legittimamente il suo lavoro. Un'operazione egemonica residuale, ahinoi, visto che la guerra civile europea è finita e rispetto ai tempi del confronto tra Moeller e Radek sulla vicenda di Schlageter sia i comunisti che i fascisti sono oggi al seguito di processi più grandi di loro. Ma pur sempre un'operazione egemonica che io non posso legittimare, tanto più che questa operazione gioca con i meccanismi postmoderni della società dello spettacolo.

Sarebbe stato diverso se l'iniziativa fosse stata proposta da una realtà terza, in un luogo diverso, per un interesse conoscitivo autentico. Ma io sono un militante comunista marxista-leninista, oltre che, con tutti i miei limiti, un intellettuale.

Diverso è il caso di Fusaro.
Io gli ho sconsigliato di partecipare a questa iniziativa. Se pensa di egemonizzare voi si illude, così come si illude quando considera superata la distinzione di destra e sinistra, che non scompare affatto ma si trasforma e ridefinisce. Ma Diego non è un militante politico e non è nemmeno comunista - anzi, per quanta simpatia io possa provare per lui, e' totalmente inconsapevole sul piano politico - e dunque può fare in fondo ciò che vuole.

Per quanto mi riguarda, invece, rispetto. Ma quel tipo di rispetto che si deve tra nemici che stanno sul campo di battaglia e sono pronti a combattersi. Non certo legittimazione di quella che rimane, come ho detto, un'operazione egemonica.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Mia risposa a Diego Fusare su FB.
Dottor Fusaro,
Le scrive un suo lettore, non un sostenitore. Ciò che mi ha avvicinato a Diego Fusaro come a numerosissimi pensatori di ogni epoca è la semplice e razionale necessità di capire. Non gli irrazionali entusiasmi da identificazione in un gruppo.
Questo è un primo fondamentale punto di partenza: tra i numerosi sostenitori che in questo preciso momento la stanno sostenendo moralmente vorrei sapere quanti di loro hanno non solo acquistato ma anche letto e, magari, studiato i suoi saggi. Quanti di loro si sono avvicinati all'individuo filosofo piuttosto che alla figura di leader intellettuale. Quanti di loro sono vicini a lei consciamente, con sufficiente lucidità mentale e indipendenza cerebrale. Quanti invece stanno reagendo inconsciamente, ubbidendo alle più elementari regole di psicologia sociale.
Detto ciò, le chiedo: se voleva o vuole ancora discutere di filosofia con Casapound, con l'Arcigay, con l'Associazione mamme di Colleferro per chè non lo fa proprio in qualità di individuo filosofo senza portare con se l'appoggio e la rappresentatività di un movimento?
E' questo l'errore caro Dottor Fusaro. E spero che sia stato un errore dovuto alla sua giovane età ed alimentato dagli entusiasmi e dalle aspettative di un gregge psicologicamente dipendente.
Se non dovessere essere un errore, se ne prenda la responsabilità.
Roberto Goldin

Unknown ha detto...

L'iniziativa montata da Casapound - che fino all'altro ieri non si è distinta per interessi marxiani - è evidentemente un'operazione d'immagine che vorrebbe servire a "far notizia", ma poco credibile per chi conosca le tattiche della controrivoluzione, che cerca di "mimare" rovesciandoli simboli, termini, figure, rivoluzionari.

materialismostorico ha detto...

Non c'è niente di nuovo sotto il sole. La lotta egemonica tra destra e sinistra è sempre passata anche per queste cose. Ovviamente, chi ha tutto da guadagnare è CP, chi ha tutto da perdere è la credibilità degli studi marxisti in Italia. Purtroppo c'è sempre qualcuno che ci casca.