lunedì 3 marzo 2014

Ancora sui Taccuini inediti di Heidegger

Anche Rastier si concentra quasi eslusivamente sulla questione dell'antisemitismo e muove dall'assunto per cui il nazismo è in sostanza antisemitismo, mentre una controrivoluzione senza antisemitismo sarebbe in fondo legittima. Ripeto quanto già scritto.

La presenza di espressioni giudeofobe o antigiudaiche - da quanto si evince da questa inchiesta Heidegger non fa che ripetere la consueta critica del "pluralismo" prospettico implicito nella metafisica soggetto-oggettivistica moderna - non conferma né smentisce assolutamente nulla. E non è aspettando improbabili documenti segreti che si risolve un enigma che non c'è.
Tutto in Heidegger è scritto nero su bianco, tutto è già a disposizione degli studiosi, tutto è già noto ed è anche conosciuto.
Operazioni di questo genere sono equivoche perché: 1) confondono la pur esecrabile avversione verso l'ebraismo con l'antisemitismo razziale, al quale Heidegger è assolutamente estraneo; 2) come avviene di consueto nel revisionismo, identificano nell'antisemitismo ciò che renderebbe abominevole il nazismo e in generale le tendenze destrorse; un po' come avviene nei confronti del fascismo, un regime che sarebbe divenuto cattivo solo dopo le leggi razziali: sembra quasi che se in Germania non ci fossero state le leggi di Norimberga il nazismo sarebbe stato tutto sommato accettabile, nella sua difesa ad oltranza dell'Occidente dal pericolo rosso.
L'internità di Heidegger al magma ideologico della controrivoluzione nazista si trova facilmente se si sa cercare. Ma va cercata non fuori bensì dentro al cuore della sua filosofia. Nella sua pretesa di porre fine a 2000 anni di storia tramite una svolta della verità e del significato dell'ente che abbia una portata pari a quella della svolta platonica. E che coincida con una integrale trasformazione dell'esistenza tedesca, ovvero con una "rivoluzione", legata a sua volta alle potenze spirituali dell'accadere (politica, religione, arte).
Andare a caccia di espressioni estemporanee è facile ma non coglie il problema. Così come non aiuta a cogliere il problema quel riflesso pavloviano che induce anche gli storici e gli studiosi di filosofia a identificare il nazismo con il male assoluto e incomparabile. Quando la percezione di assolutezza di quel male sta più che altro nel fatto che quel movimento applica per la prima volta all'interno dello spazio sacro dell'Europa pratiche di sterminio che le potenze coloniali europee e gli Stati Uniti avevano già sperimentato in quelle terre incognite che Schmitt ascriveva al Mare che è privo di nomos SGA].

Leggi anche qui

François Rastier Alfabeta 2 Pubblicato il 2 marzo 2014

Nessun commento: