lunedì 28 aprile 2014

Un libro di Sossio Giametta


CortocircuitiSossio Giametta: Cortocircuiti, Mursia

Nietzsche discendente di Lutero: i sentieri della crisi spirituale europea Sossio Giametta completa una trilogia sul tema dell’essenzialismo in un dialogo sempre aperto con i più autorevoli nomi del pensiero criticodi Raffaele La Capria Corriere 28.4.14

Provavo un certo imbarazzo a scrivere di questo libro Cortocircuiti (Mursia), che completa una trilogia iniziata con Il bue squartato e altri macelli (Mursia, 2012) e con L’oro prezioso dell’essere (Mursia, 2013), perché avevo già parlato in un mio scritto de Il volo di Icaro (Il Prato, 2009) di cui Cortocircuiti è una riedizione riveduta e ampliata, e costituisce il terzo volume della trilogia dedicata all’«essenzialismo», che è appunto l’argomento centrale del pensiero di Sossio Giametta. 
Ma ho dovuto constatare che i capitoli aggiunti per ampliare I l volo di Icaro fanno di Cortocircuiti non solo un libro diverso, ma fanno capire che i libri crescono dentro di noi, se sono davvero espressione di qualcosa che urge, ovvero se sono un seme gettato nel terreno della nostra coscienza. Crescono e in questo terreno mettono radici, si diramano, e a conti fatti, se lo sviluppo che assumono nasce da una vera necessità interiore, ci rivelano a noi stessi diversi da quel che eravamo. Siamo cresciuti e il libro è cresciuto con noi. 
Così Cortocircuiti ci rivela un nuovo Sossio Giametta, diverso da quello che avevamo conosciuto prima. In che cosa nuovo? Di nuovo c’è che la conversazione da sempre aperta da Giametta con i suoi amati, studiati e tradotti grandi interlocutori, Nietzsche, Schopenhauer, Spinoza, Goethe, continua e si arricchisce di nuovi spunti. 
Il tono è sempre confidenziale, come quello di amici che si conoscono da tempo, confidenziale ma anche risoluto, perché Giametta non è uno che ammorbidisce le sue argomentazioni quando lo muove il desiderio di conoscenza, che in lui viene prima di tutto. La semplicità della sua scrittura, la profonda claritas unita alla gravitas classica, nasce anche dal suo atteggiamento dovuto alla convinzione che «la filosofia è fatta per risolvere i problemi e non per crearli». Quando li crea invece che risolverli, diventa artificio e arzigogolo, chiacchiera filosofeggiante oggi alla moda. 
Giametta in questo suo ultimo libro fa una distinzione tra essenzialismo, punto centrale del suo pensiero, e condizioni di esistenza. Il primo è una realtà essenziale «che riempie tutti gli spazi», che comprende ed è all’origine di ciò che chiamiamo vita, questa realtà essenziale è divina, è «vita della vita» come scriveva Giordano Bruno, è Natura che ogni cosa avvolge. Le condizioni di esistenza sono ad essa subordinate, subordinate alle leggi dell’organismo universale, ma non ne fanno parte, non fanno parte della realtà essenziale, costrette come sono a lottare continuamente contro il caos, per affermarsi. 
Tutto questo, non avendo io una mentalità filosofica e avendo anche difficoltà a usare il linguaggio della filosofia, lo capisco per intuizione, anzi direi per suggestione, perché nel pensiero di Giametta c’è sempre qualcosa che esce dall’ambito stretto del linguaggio specialistico e c’è sempre una tensione poetica, ed è quella che mi raggiunge. 
A chi vuol avere un’idea più chiara del libro e di che cosa sia l’essenzialismo, suggerisco di leggere la «nota esplicativa», uno dei quattro pezzi aggiunti che fanno di Cortocircuiti un libro indispensabile per chi voglia conoscere la filosofia di Sossio Giametta. Anche il capitolo «La crisi della religione» affronta e chiarisce un tema cruciale, che comporta ancora una volta il rapporto con Friedrich Nietzsche, visto sotto l’aspetto religioso che lo affianca a Martin Lutero.

Giametta, filosofo dell’essenza
di Federico Vercellone La Stampa 13.10.14
In tempi di crisi diviene sempre più necessario riflettere sulle tradizioni che ci appartengono e alle quali apparteniamo. E questo vale naturalmente anche per la filosofia.
La filosofia italiana è percorsa da un duplice filone, quello maggiore, che si confonde con il canone filosofico universale, che va da Bruno a Campanella, da Vico a Croce e Gentile, e da un filone segreto che cerca nelle forme del frammento, del saggio breve, dell’elzeviro il cammino verso la verità. A quest’ultimo versante appartiene anche lo stile e il pensiero di Sossio Giametta, grande esperto e traduttore di Nietzsche, ma anche pensatore in proprio.
Giametta pubblica ora da Mursia un volume dal titolo accattivante, Cortocircuiti, che raccoglie molti scritti recenti di diversa  provenienza, dagli elzeviri comparsi sul Corriere della sera, a contributi su Spinoza, Nietzsche, Schopenhauer, Heidegger, Croce Rensi, Freud. E’ un libro che conclude una trilogia dal titolo Essenzialismo che contempla anche Il bue squartato e altri macelli (2102) e L’oro prezioso dell’essere (2013).
Giametta, naturalmente, ha bene in mente la linea filosofica dalla quale discende il suo pensiero. E’ quella «costruttiva»: Cusano-Bruno-Vanini_Spinoza-Feuerbach-Nietzsche- Croce- Camus alla quale si affianca quella di origine scettica: Descartes-Spinoza, Hegel, Schopenhauer, Nietzsche ecc. E’ in gioco, ai suoi occhi, la relazione e la sfida con i suoi grandi maestri. Una sfida edipica che attraversa la filosofia e che la fa progredire attraverso un percorso di aggiustamenti progressivi nel quale si sciolgono le contraddizioni del passato per procedere secondo i desiderata profondi di chi ci ha preceduti che contraddicono tuttavia talora la tessitura effettiva del loro pensiero.
Si va, con Giametta verso l’essenzialismo, e cioè in direzione di un pensiero pulsante che si esprime nella natura e nella vita. Scrivendo questo libro si è così ricondotti alla questioni massime della filosofia, lasciando dietro di noi il mestiere del filosofo che si addentra come un artigiano nelle questioni seconde e terze. Giametta invita a rivolgere nuovamente uno sguardo all’eterno sulla base dell’insegnamento dei suoi grandi maestri.

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