martedì 2 settembre 2014

Filosofia come consolazione e edificazione

"Nuova Corrente" 152: Filosofia: una guida per la vita? Le tentazioni di un nuovo ellenismo, a cura di Pierfrancesco Fiorato, Santino Mele e Enrico Tacchella, Interlinea, pp. 184, euro 28

Risvolto
 L’interesse per la filosofia sembra godere oggi di buona salute: il suo pubblico partecipa in massa ai meeting estivi, affolla le conferenze dei maîtres à penser, contribuisce al fatturato dell’editoria. La domanda di senso che questo interesse esprime, non immune da forme di spettacolarizzazione e di eclettismo, è un fenomeno importante, che manifesta probabilmente l’esigenza di recuperare una distanza critica rispetto a un mercato mediatico percepito come anestesia del pensare, e allo stesso tempo individua forse nella filosofia la forma di una decente esperienza di felicità, individuale e pubblica. Questo numero di “nuova corrente” offre una ricognizione sull’attuale status quaestionis, all’interno di un’analogia possibile tra il nostro presente e la cultura ellenistica: se la filosofia sia una guida per la vita, in che limiti e in quali forme, che non siano, per esempio, versioni secolarizzate di direzione di coscienza o prassi meramente consolatorie, magari in concorrenza con il revival delle religiosità new age.


Un presente tutto da decifrare
Filosofia. Il numero 152 della rivista Nuova Corrente, appena pubblicato, interroga la storia recente a partire dai grandi pensatori ellenici e con l'aiuto della psicoterapia
Alessandra Pigliaru, 31.7.2014 il Manifesto

Se la filo­so­fia sia o meno una guida per la vita è forse un que­sito al quale dif­fi­cil­mente si può rispon­dere con una posi­zione esau­stiva. Anche per­ché la que­stione potrebbe deter­mi­narne delle altre ben più insi­diose: che cosa si intende per «filo­so­fia». E che cosa si intende per «vita». Ma, più esat­ta­mente: che fine ha (o che fa) la filo­so­fia e chi si inter­roga su di essa. Il numero 152 della rivi­sta «Nuova cor­rente», curato da Pier­fran­ce­sco Fio­rato, San­tino Mele e Enrico Tac­chella, si con­cen­tra sul tema Filo­so­fia: una guida per la vita? Le ten­ta­zioni di un nuovo elle­ni­smo (Inter­li­nea edi­zioni, euro 28) e trac­cia alcune pro­po­ste, attra­verso i saggi di Fer­ruc­cio Andolfi, Diego Zucca, Franca D’Agostini, Ursula Renz, Luca Ber­to­lino, Peter A. Sch­mid, Romano Màdera, Chri­stoph Horn, Moreno Mon­ta­nari, Giu­lio Gui­do­rizzi, Gioa­chino Chia­rini. La col­let­ta­nea risulta piut­to­sto varie­gata per tesi e argo­men­ta­zioni. Alcuni inter­venti si con­cen­trano sullo sta­tuto della filo­so­fia, altri sulle sue pos­si­bili appli­ca­zioni. Il tema si dipana lungo diverse e spesso oppo­ste pro­spet­tive riguardo le pra­ti­che filo­so­fi­che. In realtà è pro­prio di que­ste ultime che si vuole discu­tere e lo stesso numero di «Nuova cor­rente» dà conto di alcune espe­rienze dirette.
La col­let­ta­nea parte dall’assunzione di una pres­sante richie­sta di filo­so­fia che cor­ri­sponde almeno alla domanda di senso in un pre­sente sem­pre più fati­coso da deci­frare. La plau­si­bi­lità o meno delle pra­ti­che filo­so­fi­che, con­su­lenza sì o coun­se­ling no e vice­versa, pre­senta tut­ta­via un taglio ambi­va­lente. Anzi­tutto la dif­fe­renza tra coun­se­ling filo­so­fico e con­su­lenza filo­so­fica, per esem­pio, è un pro­blema tutto ita­liano giac­ché le fonti biblio­gra­fi­che e di stu­dio sono esat­ta­mente le stesse. La diver­sità pog­gia invece sulle pra­ti­che e sulla ade­sione o meno a delle spe­ci­fi­che meto­do­lo­gie. L’esigenza da parte di chi ne fre­quenta i per­corsi è quella di inter­ro­garsi sulle rela­zioni, per poter costruire un futuro lavoro basato sullo scam­bio tra con­su­lente e con­sul­tante rispetto alle inter­pre­ta­zioni del mondo, alla nar­ra­zione di sé, alla ipo­tesi che esi­sta una com­ples­sità in cui non si è in sovrap­po­si­zione o in oppo­si­zione ai vari indi­rizzi psi­co­te­ra­pici. Si vor­rebbe piut­to­sto un orien­ta­mento tra­sfor­ma­tivo.
Se da un lato ci sarebbe da con­si­de­rare lo stato di salute in cui ver­sano i vari corsi di lau­rea in filo­so­fia sparsi per l’Italia, è pur vero che le pra­ti­che filo­so­fi­che spesso nascono e si per­meano pro­prio all’interno degli stessi dipar­ti­menti.
Pierre Hadot è il nome che ritorna più volte. I suoi «eser­cizi spi­ri­tuali» occor­rono infatti per segna­lare una vici­nanza o una lon­ta­nanza dal con­cetto di una filo­so­fia che sia intesa come modo di vivere, tal­volta come tera­pia, phar­ma­kon o anche cura. Nell’apertura del suo volume Exer­ci­ses spi­ri­tuels et phi­lo­so­phie anti­que, Hadot rac­conta appunto del con­flitto fra la vita che biso­gne­rebbe vivere e il quo­ti­diano carico di costumi e con­ven­zioni; ovvero distin­guere le cose quali sono e la con­ven­zio­nale visione su cui pog­gia la società umana. Così l’esercizio della ragione è medi­ta­zione e ogni scuola filo­so­fica antica rac­con­terà una forma di vita, pre­ci­sata da un ideale di sag­gezza.
Vale la pena leg­gere la col­let­ta­nea curata da Fio­rato, Mele e Tac­chella che mette in luce le con­trad­di­zioni ma anche le risorse dell’interrogazione di un tema così spi­noso e al con­tempo neces­sa­rio: quali posi­zio­na­menti cioè inten­diamo assu­mere rispetto alla plu­ra­lità delle appli­ca­zioni della filo­so­fia. E che senso desi­de­riamo dare a que­sto nuovo scenario.

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