giovedì 6 novembre 2014

La vera Festa della Seconda Repubblica

La propaganda rossa motivò l'erezione della barriera con le possibili infiltrazioni del capitalismo. Ma la storia dimostra che fu una galera per milioni di persone Mario Cervi - il Giornale Mer, 05/11/2014


Canti, abbracci, baci. E tonnellate di cemento in frantumi da conservare come reliquie. Giordano Bruno Guerri ricorda la sua gioia da demolitore

Giordano Bruno Guerri - il Giornale Gio, 06/11/2014 



Tutti i mondi da una parte e l’altra del Muro di Berlino 

6 nov 2014  Libero SERGIO DE BENEDETTI 

Venticinque anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino, iniziato a costruirsi il 13 agosto 1961 per decisione del governo della Repubblica Democratica Tedesca nel tentativo di bloccare la continua emigrazione dal settore orientale, controllato dai sovietici, a quello occidentale sotto l'égida comune di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. 
La tensione tra i due blocchi proseguì per tutti gli anni '60 oltre che per gli aspetti politici e militari anche a causa della esasperata burocrazia della Germania Est mediante il pagamento di pedaggi autostradali per attraversare il territorio orientale, l'obbligo del passaporto, i visti speciali e le contravvenzioni pretestuose che andavano pagate subito ed in marchi tedesco-occidentali. Quando nel 1969, Willy Brandt, che era stato Borgomastro di Berlino, divenne primo ministro della Germania Ovest e nel 1971 Walter Ulbricht si dimise da segretario del partito comunista dell'Est per far posto al meno intransigente Erich Honecker, la situazione generale della città sembrò andare verso una soluzione meno rigida. Le successive trattative fra le quattro Potenze, sbloccarono alcune situazioni di vita ordinaria (ad esempio, il ristabilimento delle linee telefoniche interrotte nel 1952 e la libera circolazione delle merci da e per Berlino) e costituirono la base fondamentale per quella «distensione» più volte invocata da entrambe le parti e, di fatto, mai realizzata. Ci volle però la morte di Leonid Breznev avvenuta nel 1982 e dei due imbarazzanti successori Jurij Andropov (febbraio 1984) e Konstantin Cernenko (gennaio 1985) per capire che, stavolta davvero, qualcosa stesse cambiando. Come tutti sappiamo infatti, l'avvento di Michail Gorbaciov (10 marzo 1985) quale Segretario Generale del partito comunista dell'URSS, fece comprendere dopo soli pochi mesi che la «guerra fredda», iniziata subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, potesse considerarsi definitivamente alle spalle. La sostituzione dell'anziano ministro degli esteri Andrej Gromyko (ininterrottamente presente in tale veste del 1957 al tempo di Nikita Kruscev) con il più giovane filo-occidentale Eduard Sevardnadze, fu il primo di numerosi cambiamenti che pur tra diversi contrasti con gli oppositori oltranzisti, modificarono l'asse assolutista del regime sovietico. 
Le elezioni poi del marzo 1989, dopo decenni di pseudo consultazioni-farsa, rappresentarono il definitivo imprimatur al drastico cambiamento della politica interna ed estera dell'URSS. Quasi per inevitabilità, mancava dunque solo l'assurdo del Muro, il cui abbattimento divenne propedeutico alla successiva riunificazione della Germania stessa, dopo 45 anni di separazione forzata. Fatalmente infine, due anni dopo Berlino tornò ad essere la capitale di tutti i tedeschi e Bonn si riprese la normalità di sempre, famosa solo per essere stata il luogo di nascita di Ludwig van Beethoven. Altra musica.      

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