A Trollmann fu imposto di ripetere l’incontro per il titolo nazionale con un altro campione di boxe tedesco, Gustav Eder, poi futuro campione d’Europa. Al pugile sinti le SS dissero a chiare lettere che non poteva combattere con il suo solito stile, che si basava sul gioco di gambe per fiaccare l’avversario e colpirlo violentemente al momento opportuno, in netto contrasto con lo stile virile-ariano, in caso contrario gli sarebbe stata revocata la licenza per combattere sul ring. Trollman comprese che non c’era alcuna altra possibilità di proseguire la carriera di pugile e decise di prendersi gioco con arguta ironia della goffaggine di regime, si presentò sul ring con i capelli tinti di biondo e con il corpo ricoperto completamente di farina, restando immobile al centro del ring a prendersi pugni sino al quinto round, prima di crollare. Una beffa che irrise i nazisti, per Hitler un sonoro ko. Trollann fu prima mandato al fronte a combattere e poi deportato nel campo di concentramento di Neungamme, dove morì il 9 febbraio del 1943.
sabato 24 gennaio 2015
Boxe e nazismo. Ma chi è Joseph Gobbless?
Pasquale Coccia, il Manifesto 24.1.2015
Hitler e Gobbless amavano il pugilato in maniera viscerale, era lo sport che più di tutti esaltava il corpo ariano, era espressione di forza e violenza brutale, un cocktail che mandava in visibilio i capi del nazismo. Alla vigilia dell’incontro disputatosi a New York tra il tedesco Max Schmelling e l’afroamericano Joe Louis, valevole per il titolo mondiale dei pesi massimi, Joseph Gobbless annotava sul suo diario personale:”La signora Schmelling è arrivata. Aspettiamo ora l’incontro di boxe tra Max e Joe Louis…Di sera gioco ancora con i bambini, poi alle tre di notte comincia l’incontro. Al dodicesimo round, Schmelling mette ko il negro. Meraviglioso, è un incontro drammatico, eccitante. Schmelling si è battuto e ha vinto per la Germania. Il bianco vince sul negro, il bianco era tedesco. Sua moglie è magnifica, in tutta la famiglia sprizza una gioia senza fine. Soltanto alle cinque del mattino riesco ad andare a letto”. Le riprese di quell’incontro furono utilizzate da Gobbless in chiave propagandistica per dimostrare la superiorità del corpo ariano, Una vittoria per Max Schmelling, una vittoria per la Germania fu visto nei cinema da tre milioni di tedeschi nel primo mese di proiezione.
A Hitler e Gobbless, appena saliti al potere nel 1933, andò di traverso il titolo di campione tedesco di boxe, conquistato dal pugile di origini sinti Johan Trollmann, che il 9 giugno del ’33 mise al tappeto il tedesco Adolf Witt. Un sinti che mette ko un tedesco era uno schiaffo alla teoria del corpo ariano forte e invincibile. Il presidente della federboxe, tedesca Georg Radamm, fece di tutto per invalidare l’incontro. Il pianto di gioia al quale si era lasciato andare Johan Trollmann per quella vittoria inaspettata, fu ritenuto espressione di effeminatezza, confermata dal fatto che il suo stile elegante, basato sul gioco di gambe contraddiceva lo stile ariano di stare al centro del ring e scaricare pugni sull’avversario (Shlagabtausch).
A Trollmann fu imposto di ripetere l’incontro per il titolo nazionale con un altro campione di boxe tedesco, Gustav Eder, poi futuro campione d’Europa. Al pugile sinti le SS dissero a chiare lettere che non poteva combattere con il suo solito stile, che si basava sul gioco di gambe per fiaccare l’avversario e colpirlo violentemente al momento opportuno, in netto contrasto con lo stile virile-ariano, in caso contrario gli sarebbe stata revocata la licenza per combattere sul ring. Trollman comprese che non c’era alcuna altra possibilità di proseguire la carriera di pugile e decise di prendersi gioco con arguta ironia della goffaggine di regime, si presentò sul ring con i capelli tinti di biondo e con il corpo ricoperto completamente di farina, restando immobile al centro del ring a prendersi pugni sino al quinto round, prima di crollare. Una beffa che irrise i nazisti, per Hitler un sonoro ko. Trollann fu prima mandato al fronte a combattere e poi deportato nel campo di concentramento di Neungamme, dove morì il 9 febbraio del 1943.
A Trollmann fu imposto di ripetere l’incontro per il titolo nazionale con un altro campione di boxe tedesco, Gustav Eder, poi futuro campione d’Europa. Al pugile sinti le SS dissero a chiare lettere che non poteva combattere con il suo solito stile, che si basava sul gioco di gambe per fiaccare l’avversario e colpirlo violentemente al momento opportuno, in netto contrasto con lo stile virile-ariano, in caso contrario gli sarebbe stata revocata la licenza per combattere sul ring. Trollman comprese che non c’era alcuna altra possibilità di proseguire la carriera di pugile e decise di prendersi gioco con arguta ironia della goffaggine di regime, si presentò sul ring con i capelli tinti di biondo e con il corpo ricoperto completamente di farina, restando immobile al centro del ring a prendersi pugni sino al quinto round, prima di crollare. Una beffa che irrise i nazisti, per Hitler un sonoro ko. Trollann fu prima mandato al fronte a combattere e poi deportato nel campo di concentramento di Neungamme, dove morì il 9 febbraio del 1943.
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