sabato 17 ottobre 2015

I luoghi della Prima guerra mondiale in Italia

Marco Mondini: Andare per i luoghi della Grande guerrail Mulino

Risvolto
Raramente una guerra ha lasciato tracce così tanto indelebili sul paesaggio come il primo conflitto mondiale in Italia. Le battaglie combattute tra il 1915 e il 1918 sono visibili ovunque. Non solo nella natura ma anche nelle città, bombardate, occupate, a volte completamente distrutte e ricostruite dalle fondamenta (come Asiago, rasa al suolo nel 1916 e rifatta da capo negli anni venti). E nelle opere d'arte, a volte perse per sempre, a volte solo ferite e recuperate - il duomo di Padova, la chiesa degli Scalzi di Venezia, la gipsoteca di Possagno, con i modelli originali delle sculture di Antonio Canova, centrata da una granata nel 1918. Questo volume delinea un itinerario, dalle montagne ai fiumi alle città, tra i teatri della guerra italiana.
 
Storia (e geografia) della Grande guerra 
16 ott 2015  Corriere della Sera Di Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA 

Esiste una memoria fisica, geografica, della Grande guerra in Italia, che ancora resta scolpita nel territorio con tracce indelebili. Che si percorrano le alture del Carso, l’altopiano di Asiago, le colline attorno a Gorizia, le cenge del Lagazuoi, le pendici della Marmolada, o ci si avventuri sulle cime del ghiacciaio dell’Adamello, quelle tracce parlano di un passato ancora immanente, che permea la storia del nostro Paese, a sottolineare la vastità articolata di quel grande conflitto globale. 
Strade militari, resti di baraccamenti, segni di trincee e bunker sui crinali, nella vegetazione fitta alle spalle di Monfalcone verso Doberdò e il San Michele, le cinquantadue gallerie scavate dai reparti del Genio in pochi mesi nell’inverno 1916-17 per raggiungere il Pasubio, i crateri immensi creati dalle mine sul Col di Lana: sono solo una piccola parte dei resti ancora incisi negli oltre 600 chilometri del confine che dal 1866 separava l’Italia dall’ AustriaUngheria. 
Soltanto se li si ripercorre passo dopo passo, meglio se tenendo nello zaino un buon libro di storia locale con le cartiche ne di quel tempo, si può iniziare a capire davvero che cosa rappresentò quel conflitto per i soldati al fronte, immedesimarsi nelle scelte degli alti comandi, nelle loro difficoltà logistiche, sino a cogliere le follie degli attacchi all’arma bianca in stile ottocentesco contro le mitragliatrici modernissime già preannunciavano le tecnologie belliche successive.  
Un volume senz’altro da tenere a mente, magari da leggere le serate prima di partire per i vecchi campi di battaglia, è Andare per i luoghi della Grande guerra di Marco Mondini, appena pubblicato dal Mulino. Accurato, ricco di aneddoti, godibilissimo. Mondini riesce con maestria a coniugare il suo mestiere di storico (è autore di studi fondamentali sulla Grande guerra) a quello di divulgatore capace di trasformare una giornata all’aria aperta in un viaggio a ritroso nel nostro passato.

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