mercoledì 10 febbraio 2016

Luciano Canfora sull'Appendice IX dell'Enciclopedia Italiana

Risultati immagini per canfora lucianoIl sapere nell’epoca dell’incertezza Nella Treccani domina la scienza 

L’Appendice IX dell’Enciclopedia italiana si misura con i dilemmi del presente

10 feb 2016  Corriere della Sera Di Luciano Canfora
Con la data 2015 e un effettivo aggiornamento a tale data, è apparsa, da qualche settimana, la Appendice IX della grande Enciclopedia Italiana Treccani. Sin da subito, l’Enciclopedia Italiana seppe e volle storicizzarsi, coniugando la solidità dell’informazione con la prospettiva dell’aggiornamento. Già nel 1938 nacque una prima Appendice. Fu merito della saggezza del ceto politico postfascista aver tenuto in vita, potenziato e difeso l’Istituto della Enciclopedia Italiana: sarebbe stato alquanto insensato epurare una istituzione dove antifascisti e non fascisti avevano potuto respirare. In un clima di continuità col passato si pose ben presto mano ad una nuova Appendice. La seconda Appendice (1938-1948) è stata forse la più significativa, se solo si considerano l’enorme sforzo di raccolta di dati e il tentativo di ricostruzione della storia recente e recentissima che in quella appendice ha preso corpo. Lì vi è, tra l’altro, la più accurata storia allora possibile della Seconda guerra mondiale. Altrettanto attente alle trasformazioni culturali e geopolitiche della seconda metà del Novecento furono le successive Appendici, tra le quali spicca la monumentale quinta (1979-1992), fino ai volumi della Appendice Duemila intitolati Eredità del Novecento. 
Nel 2006-2009, in tre tomi apparve una settima Appendice audacemente e significativamente intitolata XXI secolo, onnicomprensiva di voci d’insieme, voci specifico-biografiche, voci tecniche (persino la voce «Papiro») costruite nell’intento di giovare alla comprensione della epocale mutazione avviatasi nella vorticosa conclusione del secolo XX. 
Ora, la Appendice IX, sempre diretta da un veterano dell’enciclopedismo nonché della lessicografia quale Tullio Gregory, appare — corredata da un eccellente indice analitico — nel momento forse più traumatico del nostro presente. Dopo un quarto di secolo dalla presunta fine della Guerra fredda è più che mai il momento di trarre bilanci e azzardare sguardi prospettici. Un venticinquennio è una lunga fase storica: più lunga ad esempio della «età dei fascismi», che pure aveva segnato il Novecento. Però essa è stata vissuta per lo più in ipnosi, tra illusioni alimentate da formule retoriche, e inconsapevolezza delle tragedie in atto e di quelle che stavano incubando ed ora sono esplose. Ha ben ragione Gregory, nella sua Prefazione, a inquadrare questa nuova opera, ex professo intesa alla comprensione del mondo, in una cornice di grande e disilluso realismo: «Terrorismo, guerre, paure — egli scrive — hanno messo in moto quello che forse è il più grande esodo della storia moderna, 
con le centinaia di migliaia di profughi che dai Paesi dell’Africa e del Vicino Oriente si dirigono verso l’Europa — attonita e incapace — lasciando sulle vie della speranza migliaia di morti». E addita le contraddizioni in cui tutti siamo involti: tra unificazione del mondo ed esplosione di particolarismi, tra progressi spettacolari, ad esempio nella comunicazione istantanea, e rischi di dittatura informatica. Ma non sfugge al prefatore il crinale in cima al quale noi tutti ci troviamo, in bilico tra la «grande incertezza che caratterizza il mondo d’oggi» e «la grande speranza nei progressi delle scienze». 
Di qui discende il filo conduttore che attraversa i due robusti volumi. Senza alcun dubbio le scienze cosiddette dure occupano qui gran parte della scena, e le discipline cosiddette umanistiche sono disposte a corollario di un mondo intellettuale abissalmente diverso da quello che negli anni Venti e Trenta del Novecento fu egregiamente descritto, nella grande Enciclopedia, sotto la guida di Giovanni Gentile. 
Farò qualche esempio. Colpisce che non via sia una autonoma voce «Filosofia» ma vi sia invece una voce «Filosofia e teorie del cinema». A ragion veduta giganteggiano le voci «Cinema», «Cinema e web», «Cinematografica filologia»; ma non c’è, autonoma, una voce «Filologia», pur presente in alcune appendici precedenti. Non c’è «Storiografia», mentre In certe voci si avverte l’influenza dell’effimera ma sempre insidiosa «correttezza politica» resiste «Letteratura», seguita da due innovative voci ad essa correlate quali: «Letteratura e web», «Letterature migranti». 
Lo sguardo sul pianeta è attento e dà spazio alle figure politiche che forse stanno per diventare, con vario peso, personaggi storici (inclusi con larghezza di criterio visto che, oltre Obama, Merkel e Putin, ci sono anche Leonardo Di Caprio e Matteo Renzi …). Talvolta si avverte, ma forse è fatale quando si coordina uno stuolo di collaboratori, qualche eccessivo penchant per il pur sempre insidioso ed effimero «politicamente corretto». Così, la voce «Obama» è lunga il quadruplo di quella dedicata a Putin (a sua volta più breve persino della inopinata voce «Pussy Riot»), quantunque non sia già oggi difficile discernere quanto magro risulti il bilancio degli otto anni presidenziali dell’uno (non gli è riuscito nemmeno di regolare il commercio omicida delle armi) e quanto — piaccia o meno — il quindicennio dell’altro sia destinato a segnare, nella storia del suo Paese, il riscatto dopo il tracollo, la ripresa dopo la svendita dell’indipendenza nazionale tipica del decennio eltsiniano. La voce «Terrorismo» poteva essere più articolata e parlare esplicitamente del feroce terrorismo ceceno, tassello del più generale fenomeno messo in rilievo nella Prefazione. Terrorismo ceceno, denunciato invano sulla stampa francese da una insospettabile studiosa, oltre che accademica di Francia, Hélène Carrère d’Encausse (colei che a suo tempo previde nel libro Esplosione di un impero, 1978, il tracollo dell’Urss e ne additò le cause). 
Alcune voci, davvero innovative, meritano il plauso. Ne indichiamo un paio: le voci « Solitudine » e « Diritto all’oblio». Col che suggeriamo che questa Appendice IX non vada solo consultata, ma letta.

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