giovedì 7 aprile 2016

Anche Vicky il vichingo è stato in America prima di Colombo

Risultati immagini per case lunghe» vichinghe terranova


Cristianesimo. A York un nuovo museo racconta la fede dei vichinghiRiapre il museo del popolo nordico e racconta un’epopea segnata dal cristianesimo Avvenire Giorgio Bernardelli giovedì 6 aprile 2017

I Vichinghi hanno abitato anche il Canada 
Ritrovati grazie ai satelliti i resti di un insediamento di «case lunghe» sull’isola di Terranova La BBC ha dedicato loro uno speciale definendoli una conferma del primato su Colombo 
7 apr 2016  Libero MIRKO MOLTENI 
Lo si cercava da 50 anni, ora è stato trovato da una giovane archeologa americana aiutata dai satelliti. Il secondo insediamento vichingo accertato sull’isola di Terranova, di fronte al Canada, conferma una presenza in America dei navigatori scandinavi più estesa del previsto. A riprova che i vichinghi precedettero Cristoforo Colombo di secoli. La ricercatrice Sarah Parcak ha esaminato foto infrarosse riprese sulle coste canadesi dai satelliti Worldview, orbitanti a 600 km di quota, notando a Point Rosee le tracce delle tipiche «case lunghe» vichinghe. Baia ideale per l’approdo di navi, è 400 km più a sud dell’unico altro villaggio vichingo finora noto sull’isola, quello di L’Anse aux Meadows, scoperto nel 1960 dai coniugi norvegesi Helge e Anne Ingstad.  
I satelliti, capaci di dettagli di 30 cm, hanno captato in spettrografia resti di capanne coperti da terra ed erba. Recatisi sul posto, la Parcak e il collega Douglas Bolender hanno scavato a colpo sicuro, trovando fondamenta in pietra e indizi di metallurgia, come scarti ferrosi e lapidi annerite da prolungate braci. Le indagini sono agli inizi, ma già la tv britannica BBC, che il 4 aprile ha rivelato in anteprima la vicenda, parla di «scoperta storica». Si corona la carriera della Parcak, che a 37 anni vanta già grande esperienza nell’archeologia abbinata all’osservazione dallo spazio. Ha lavorato nel 2012 anche in Italia, studiando le foto satellitari del più famoso porto romano d’età imperiale, l’omonimo Portus vicino al Tevere, completato da Traiano nel 112 d.C.. Ora ha dimostrato che i movimenti vichinghi verso l’America sono stati numerosi, come tramandato nelle saghe nordiche. «Di solito», ha commentato la Parcak, «in archeologia si scopre qualcosa che fa cambiare due righe di un libro, ma qui apriamo un capitolo nuovo». Il collega Bolender aggiunge: «Questa fornace può far parte di un più vasto complesso di fattorie. Speriamo di trovare resti organici da cui ricavare una datazione al carbonio 14». Pensano che la loro scoperta potrebbe spingere a rinnovate campagne di ricerca in tutta l’area costiera fra Canada e Stati Uniti. 
Dal 982 la Groenlandia fu colonizzata da Erik il Rosso, divenendo base di partenza per le sortite verso l’America. Il continente americano fu avvistato nel 985 da Bjarni, che, portato fuori rotta dai venti artici, vide le sponde boscose del Labrador canadese, senza scendervi per paura degli scogli. Fu dal 996 al 1001 che Leif, figlio di Erik il Rosso, prese terra nel Labrador e poi a Terranova, proseguendo a Sud fino a una costa battezzata Vinland, «terra del vino», per l’abbondanza di uva selvatica, e che corrisponderebbe agli stati americani del Connecticut o Massachussets. Altre spedizioni seguirono, fra cui una salpata dalla Norvegia nel 1355 al comando di Paul Knudson e forse spintasi fino al Minnesota, ben addentro il continente, se combaciasse con lo scarno resoconto scolpito sulla «stele di Kensington», datata 1362 e ancor oggi dibattuta, se autentica o meno.  
Frattanto, tre cacciatori vichinghi della Groenlandia si spingevano nell’Artico, a 73 gradi di latitudine Nord, sfiorando il livello raggiunto da esploratori del 1800 come Nansen e lasciandone prova nelle iscrizioni della pietra di Upernavik. Entro il 1400, però, l’estinzione delle colonie vichinghe in Groenlandia, tappa basilare per l’America, interruppe ogni ponte. Inverni più gelidi, carestie e attacchi degli eschimesi, chiamati «Skraelinger» nelle saghe, ricacciarono nuovamente fino all’Islanda i confini scandinavi. Fra tanti misteri, è sicuro che nel 1477 il giovane Colombo visitò l’Islanda, quando lavorava sui mercantili portoghesi, e lì forse udì le vecchie storie vichinghe su terre dimenticate di là dall’oceano, traendo ispirazione per la sua impresa del 1492...

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