lunedì 30 maggio 2016
Le sagge parole di Eliot nel respingere "La fattoria degli animali"
di Paola De Carolis Corriere 30.5.16
LONDRA «Caro Orwell…». Inizia così la lettera di due pagine con la quale
Thomas Stearns Eliot, come direttore della casa editrice Faber and
Faber, rifiutò il manoscritto de La fattoria degli animali . Seppure
convinto del valore letterario dell’opera e della qualità della
scrittura, Eliot esprime dubbi sui contenuti. «Non siamo certi — annota
il 13 luglio 1944 — che sia la prospettiva giusta dalla quale criticare
la situazione politica».
Il momento storico era delicato: una satira su Stalin quando la Gran
Bretagna era alleata con l’Unione Sovietica contro la Germania nazista
era destinata ad avere vita difficile. Eliot non ne fa un mistero: «La
mia insoddisfazione parte dal fatto che l’effetto del libro è
esclusivamente uno di negazione», sottolinea Eliot. Avrebbe più senso,
precisa, «suscitare una certa empatia con ciò che l’autore desidera,
così come con le sue obiezioni». Eliot conclude con un commento feroce:
«Dopotutto i suoi maiali — precisa a George Orwell — sono più
intelligenti degli altri animali e di conseguenza più qualificati a
comandare. Sarebbe lecito dire che servivano più maiali con spirito
pubblico, non più comunismo».
La fattoria degli animali venne rifiutato altre cinque volte prima di essere pubblicato, nel 1945, da Sackler and Warburg.
Orwell, comunque, era in ottima compagnia. Nel 1918 James Joyce aveva
ricevuto una lettera simile da Virginia Woolf. Il manoscritto dell’
Ulisse , più di 300 pagine, era essenzialmente «troppo lungo».
Pubblicarlo sarebbe «stato impossibile». Toccò così a Sylvia Beach e
alla sua libreria parigina Shakespeare and Co. consegnarlo alla storia.
A loro volta piccoli capolavori letterari, i «no» epistolari sono
visionabili per la prima volta grazie a un progetto della British
Library, che ha digitalizzato 300 articoli tra corrispondenza e diari di
scrittori famosi. Basta uno sguardo nell’archivio, ha spiegato un
portavoce della biblioteca, per rendersi conto che dietro ogni successo
ci sono tante difficoltà.
Un tema caro, questo, a parecchi scrittori moderni, come JK Rowling, che
recentemente ha condiviso attraverso Twitter le bocciature ricevute con
l’alias Robert Galbraith. Un editore le ha addirittura consigliato di
fare un corso di scrittura. Lo stesso Harry Potter venne rifiutato 20
volte prima di essere pubblicato, così come il primo romanzo di John Le
Carré e Comma 22 , capolavoro di Joseph Heller.
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