domenica 12 giugno 2016

Il Diario di André Gide

Diario [1887-1950]
André Gide: Diario, a cura di Piero Gelli, Bompiani

Risvolto
Diario volume II
Il Diario è l’opera “capitale” di colui che nel secolo scorso fu definito, secondo un’errata ma efficace attribuzione a Malraux, il “contemporaneo capitale”, a significare lo scrittore più influente della prima metà del Novecento, il punto di riferimento di molte generazioni riguardo a ogni questione etica e intellettuale. Ben presto, attraverso i suoi testi e, soprattutto, questo Diario che Gide iniziò pubblicare, dapprima in plaquettes semiclandestine, poi in rivista, infine in volume, lo scrittore acquista un’indentità paradossale, nella misura in cui tra la sua opera narrativa e non, tra autobiografie mistificate e confessioni inconfessabili, operette morali o metateatrali e viaggi clamorosi e spesso denunciatori e questi taccuini “privati” nati dapprima come nutrimento ai suoi testi, si perde ogni differenza formativa, anzi la si ribalta, e il Diario diventa in modo sempre più invasivo il romanzo a lungo tentato, la ricerca di una narrazione liberata, aperta ad ogni disponibilità. Scrittura e trama si amalgamano, si annullano, quell’io che parla, commenta, racconta, confessa, in un estenuante esercizio narcissico e spirituale non narra la sua vita, ma quella di un altro, il protagonista finalmente denudato, il suo personaggio più riuscito, il Prometeo ribelle e libero, come nella vita fu sempre Gide. Il primo a fare il coming out della sua omosessualità (non l’aveva osato neppure Wilde), a denunciare le malefatte del colonialismo nell’Africa centrale e le false promesse del comunismo sovietico, a rifiutare ogni inquadramento ideologico, a combattere ogni forma di ipocrisia. Ebbe così generazioni entusiaste, amici fedelissimi e nemici storici potenti e pervicaci, che non gli impedirono però di guadagnarsi il Nobel con motivazioni anche morali. Bompiani aveva già pubblicato, negli anni cinquanta, gran parte del Diario. Ma l’edizione odierna è quella integrale stabilita da Eric Marty e da Martine Sagaert per l’edizione della Pléiade, dove per la prima volta sono recuperate intere parti inedite, evidenziate qui con un carattere tipografico diverso. Rinasce col Diario un’epoca affascinante e controversa, ma soprattutto uno scrittore da non dimenticare, per disponibilità verso l’altro, libertà di pensiero, per contraddizioni perenne e fascinazione ancora intatta.

Il Diario che André Gide comincia a scrivere nel 1887 e tiene fino alla morte nel 1951, pubblicandone larghe parti durante la sua esistenza, finisce con l’essere l’opera sua più narrativa.Il primo volume, che chiude nel 1925, è quello della giovinezza e della prima maturità, la faticosa conquista di un potere personale e di una celebrità molto controversa, per la sua omosessualità e per l’isolamento che ne segue. Il secondo è quello della vecchiaia, copre gli anni dal 1926 al 1950. È il volume del successo raggiunto, la conquista di un potere reale tale da sconfiggere il puritanesimo del tempo, consacrandosi così l’intellettuale più importante di Francia, fino al riconoscimento del Nobel nel 1947.     
ALESSANDRO ZACCURI Avevnire 10 giugno 2016

Esce in Italia il "Journal" dello scrittore francese, comprese molte parti inedite finora scartate o censurate

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