mercoledì 15 febbraio 2017

Il numero speciale di Marx XXI su maggioritario e negazione del suffragio universale. Un mio intervento su "Continuità e persistenza del progetto neobonapartista in Italia"

Movimento operaio e lotta per la Costituzione
Perché ogni sistema maggioritario è contro il suffragio universale

Il risultato straordinario del referendum del 4 dicembre 2016 segna una svolta nella storia d’Italia. Il progetto – sostenuto dai principali leader dell’Occidente, da Obama alla Merkel, dalle grandi banche d’affari, dalle organizzazioni padronali – di sostituire il cuore dell’ordinamento democratico per ridimensionare il ruolo del Parlamento e mortificare le autonomie è stato cancellato. Dopo trent’anni di attacco alla Costituzione di democrazia economico-sociale (art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro) il popolo italiano ha compiuto un nuovo importantissimo atto costituente. È stata una scelta altrettanto impegnativa quanto lo fu quella del 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale e l’elezione, con sistema proporzionale, dell’As­sem­blea costituente.
Operare per ripristinare il criterio proporzionale della rappresentanza politica, violato, a partire dal 1993, con il Mattarellum, il Porcellum, l’Italicum, altro non è che lottare per ripristinare il principio del suffragio universale. E sarebbe atto di onestà se anche i sostenitori e propugnatori delle scorciatoie maggioritarie si disponessero una volta per tutte a parlar chiaro e a chiamare le cose con il loro nome, anziché nascondersi dietro parole vuote e ipocrite quali “governabilità” o la sua penosa variante anglica governance. Il sistema maggioritario, o ad effetti maggioritari, con la sua logica intrinsecamente escludente e diseguale, è la perfetta traduzione politica del principio di “competitività”: una competizione elettorale con vincitori (pochi) ed esclusi (molti); non una rappresentanza per tutti come garanzia della libera espressione del pluralismo e del dissenso, ma un governo affidato ad una élite come garanzia della tutela degli interessi dell’oligarchia economica. Il connotato disegualitario e disegualizzante del sistema elettorale maggioritario collide con l’eguaglianza intrinseca della democrazia. La democrazia politica, per essere effettiva e per garantire la propria esistenza, deve accompagnarsi alla democrazia sociale ed economica ed il costituzionalismo estendere la limitazione del potere al mondo dell’economia. La legge elettorale è un tassello fra tanti di un puzzle in scala globale, ma (anche) da qui passa la costruzione o la demolizione della democrazia e l’attua­zio­ne o la liquidazione della Costituzione e del costituzionalismo.

www.marx21.it

Indice

Andrea Catone, Battersi per la Costituzione. Battersi per il proporzionale!
Domenico Gallo, La Costituzione è risorta!
Domenico Losurdo, Ripristinare il proporzionale e la Costituzione nata dalla Resistenza
Salvatore d’Albergo, La Costituzione di democrazia economico-sociale
Luciano Canfora, Il maggioritario intacca il principio del suffragio universale
Claudio De Fiores, Rappresentanza politica e sistemi elettorali in Italia
Antonio Fischetti, 1993: No al “Mattarellum”, per la proporzionale pura
Alessandra Algostino, La legge elettorale del neoliberismo
Stefano G. Azzarà, Continuità e persistenza del progetto neobonapartista in Italia
Gaetano Bucci, Parlamentarismo senza parlamento
Vincenzo De Robertis, Le leggi elettorali regionali: un’involuzione senza fine
Cronologia
Riferimenti bibliografici

Stefano G. Azzarà
1. Il referendum del 4 dicembre.
2. La sconfitta storica delle classi subalterne e il ripristino dell’ordine borghese.
3. Dopo la Guerra Fredda: il ruolo dell’ex Pci nella restaurazione neoliberale.
4. La deriva maggioritaria dell’ex Pci.
5. La sinistra italiana dalla democrazia al neoliberalismo.

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