lunedì 5 giugno 2017

Leninismo e rivoluzione come religione e mitologia: il libro di Flores sull'Ottobre e una tesi stantìa

Gli ideologi liberali non hanno più niente da dire [SGA].

2 commenti:

Massimo Z ha detto...

Perché la tesi (di Flores o di Romano?)sarebbe stantia? Saluti.

Mario Galati ha detto...

Non si è eclissato solo il sentimento del tragico, ma anche il senso del ridicolo.
Grandi professoroni che insegnano storia e che la considerano il frutto di grandi errori e di grandi illusioni, senza cercare ciò che, se anche fosse, ha spinto sterminate masse, popoli e nazioni ad abbracciare quegli errori e a lasciarsi sedurre da quelle illusioni. Sono stati semplicemente turlupinati da abili illusionisti e ciarlatani o fanatici fondamentalisti e abili e spietati organizzatori.
E poi, questi liberali che non riescono a vedere il conflitto sociale altro che in termini di concorrenza. Lenin che elimina la concorrenza rivoluzionaria menscevica e socialdemocratica. Lenin che combatte i menscevichi perchè rivoluzionari, e quindi concorrenti, è una gag che fa sbellicare dalle risate.
Con metodi fanatici e gangsteristici (evidentemente non esisteva all'epoca un organismo garante della concorrenza e del mercato che lo impedisse),la ditta leninista elimina la concorrenza che offre la sua stessa merce e diviene monopolista sul mercato della rivoluzione. E nessuna autorità antitrust è poi intervenuta.
Ma anche a sinistra non si scherza con le interpretazioni pret à porter della storia. Ricordo uno scritto di Berardi Bifo che interpretava la figura di Lenin e la sua collocazione storica in chiave psicologica.
La chiave fanatico-religiosa mi sembra possa inserirsi a buon diritto nel novero delle storia psicopatologica o teratologica, per dirla con Gramsci.