giovedì 21 dicembre 2017
Adamo ed Eva nella filosofia politica medievale: Briguglia
Gianluca Briguglia: Stato d’innocenza. Adamo, Eva e la filosofia politica medievale, Carocci, pagine 140, euro 17,00
Risvolto
Se pensiamo alla caduta di Adamo ed Eva ci vengono subito alla mente i
grandi affreschi sul peccato originale e sulla cacciata dall’Eden e non
possiamo non considerare quella storia nei termini del mito, o della
favola. C’è però molto altro, perché la caduta dei progenitori è stata
concepita per molti secoli, e fin dentro la modernità, come il preambolo
per comprendere la natura umana, da quel momento preda di passioni
antisociali. Che cosa sarebbe successo alla nostra convivenza se Adamo
ed Eva non fossero caduti, se fossero rimasti nello stato di innocenza? È
questa la sorprendente domanda controfattuale che filosofi, teologi,
intellettuali si sono posti non per immaginare un mondo perduto, ma per
poter meglio capire il nostro. Dal rigore di Agostino alle narrazioni
storiche di Tolomeo da Lucca, dal sempre innovatore Tommaso d’Aquino al
francescano Ockham, da Wyclif a Suárez e a molti altri, in un conflitto
continuo e creativo di idee, di teorie, di immagini, di posizioni
irriducibili e di aperture sempre nuove, lo stato d’innocenza è il luogo
paradossale per pensare l’ambiguità della convivenza, l’ambivalenza
della politica, il perimetro della natura umana. Tutt’altro che semplice
favola, stato d’innocenza è uno dei nomi della realtà.
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Avvenire Alessandro Zaccuri venerdì 15 dicembre 2017
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